Il Natale nel Mondo

NATALE NEL MONDO

Il Natale è una festività le cui origini affondano nella notte dei tempi. Prima ancora dei festeggiamenti cristiani, pare che il 25 dicembre venisse festeggiato in molte culture sparse per il mondo (soprattutto nell’emisfero nord!).

In effetti, a ben guardare, il 25 dicembre è una data molto importante nel calendario solare del nostro emisfero. Dal Solstizio d’Estate in poi, le ore di luce cominciano inesorabilmente a diminuire fino ad arrivare al culmine col Solstizio d’Inverno il 21 dicembre. Dal 21 dicembre si ha qualche giorno di “stallo”, in cui la durata della luce è sempre la stessa (pur variando lievemente l’orario di alba e tramonto), ed è proprio intorno al 25 dicembre che il sole comincia a tramontare più tardi (e quindi, percettivamente, la luce sembra durare di più). Non è un caso che l’antica tradizione vuole che si riempia un albero con tante luci (un tempo candele) proprio dal 21 dicembre (non dall’8 come nella tradizione cristiana), in modo da poter chiedere al Sole di illuminarci di più. L’albero di Natale altro non è che l’antico modo per chiedere al giorno di durare più a lungo, e la notte tra il 24 ed il 25 dicembre, questa richiesta viene inesorabilmente accontentata, di qualsiasi credo tu faccia parte!

Allo stesso tempo, insieme all’albero, anche altre tradizioni accomunano la maggior parte dei paesi del mondo in questa data, in particolare il desiderio di stringersi al calore dei propri cari e mangiare con loro ogni genere di cibo prelibato (“tanto da domani il Sole ricomincerà a scaldare i campi e non avremo più bisogno di scorte”).

Per scaldarci insieme in attesa che il Sole dia inizio al nuovo anno, vediamo insieme come si festeggia il Natale in altri paesi del mondo.

Vestiti tradizionali delle bambine nel periodo delle festività natalizie nelle Filippine.

Nelle Filippine, in particolare nella città di San Fernando (la “capitale del Natale filippino”), si tiene ogni anno il festival delle Lanterne giganti. Undici baranggay (villaggi) partecipano al Festival facendosi una concorrenza spietata per costruire la lanterna più elaborata. In origine, le lanterne erano semplici creazioni con un diametro di circa 60 centimetri, realizzate in “papel de hapon” (carta giapponese per origami) e accese con una candela. Oggi, le lanterne sono costruite con vari materiali e si sono espanse fino a raggiungere i 6 metri di larghezza. Sono illuminate con lampadine elettriche che brillano creando motivi caleidoscopici.

Bandiera statunitense con lo sfondo della Monument Valley.

Negli Stati Uniti invece la stagione natalizia inizia col Black Friday: il giorno dopo la festa del ringraziamento, quando i negozi mettono super sconti per un giorno. Dal black Friday in poi la tradizione è molto simile a quella inglese, anche se naturalmente ogni etnia presente negli USA segue la propria. Anche qui generalmente si usa preparare la Mince Pie e l’eggnog, altresì noto come lait de poule o latte di gallina: una bevanda alcolica non adatta ai bambini. I bambini invece usano lasciare qualcosa da mangiare per Babbo Natale la notte della vigilia. Gli statunitensi sono così appassionati di addobbi che esistono delle vere e proprie “gare” per proclamare i quartieri o le case con i migliori addobbi dell’anno. Molto amati sono anche i canti Natalizi: insomma, a parte il cibo, tutte tradizioni viste anche nei famosi film di Natale che puntualmente riempiono le nostre sale.

In Eritrea il Natale si festeggia nelle chiese copte dalla sera del 6 Gennaio fino alla mattina del 7 con canti e balli.

In Eritrea (ma anche in Etiopia) si segue invece l’antico calendario Giuliano, che prevede che il Natale si festeggi il 7 Gennaio (per lo stesso motivo astronomico del 25 Dicembre pagano: intorno al 7 Gennaio ci si accorge che davvero le giornate cominciano ad allungarsi anche ad occhio nudo!). La celebrazione della Natività nella Chiesa ortodossa eritrea è chiamata “Ganna”. Tutte le famiglie vanno in chiesa e tutti sono vestiti di bianco. I più indossano il tradizionale “shamma”, un sottile rivestimento di cotone bianco con brillanti strisce colorate alle estremità. Dodici giorni dopo, sono indetti tre giorni di festeggiamenti (Timkat) che ricordano il battesimo di Gesù. La cosa bella di questi festeggiamenti è che tutti sono invitati, cristiani, mussulmani, ecc.

L’importanza dei fiori nelle celebrazioni natalizie in Messico.

In Messico invece il clima è caldo e mite durante il periodo natalizio. Le case sono decorate con gigli sempreverdi. In famiglia si intagliano intricati disegni in sacchetti di carta marrone per farne delle lanterne dette “farolitos”. Viene quindi posta una candela all’interno dei sacchetti ed i farolitos vengono posati lungo i marciapiedi, sui davanzali, sui tetti, per illuminare la comunità con lo spirito del Natale. Anche qui si pensa ad illuminare i giorni più corti dell’anno con lanterne come nelle Filippine!

Ogni 23 dicembre si assiste alla notte dei ravanelli (noche de los rábanos): speciali confezioni fatte di ravanelli e piante varie e ispirate alle immagini del Natale, sono create da agricoltori, fruttivendoli e fiorai locali ed esposte nella Piazza della Costituzione. A partire dal 16 dicembre, i messicani mettono in scena vere e proprie processioni (posadas appunto) intorno alle loro abitazioni cantando i tradizionali villancicos. Tutti coloro che hanno partecipato alla processione ricevono le aguinaldos, prelibati sacchetti di dolci e arachidi.

Il Ponte Vecchio a Firenze illuminato dal Festival delle luci di Natale.

Insomma, ovunque siate a festeggiare il Natale nel mondo, non mi resta che dirvi:

Buon Natale e felice anno nuovo da ViandantIstanti!

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