Torres del Paine, Patagonia cilena
La prima cosa a sorprenderti in Patagonia sono i suoi cieli azzurri e sconfinati! Non ho mai visto cieli simili da nessun altra parte al mondo: sembrano fatti per ricordarti ogni giorno quanto sei piccolo e quanto è sconfinato l’universo che ti circonda…
Gli sconfinati spazi patagoni!
La seconda cosa straordinaria è il clima: imprevedibile, forte, sprezzante delle naturali leggi climatiche che governano il resto del globo! In pochi istanti passi dal sole cocente, quello che scotta la pelle, al vento gelido proveniente dal polo Sud, che ti sconquassa, ti prende a schiaffi, ti butta a terra in un brivido gelato. Puoi iniziare la giornata con le nuvole e perdere di vista il cielo per un momento, per poi ritrovarlo azzurro d’immenso…L’aria secca ti brucia gli occhi un istante e l’istante dopo cade così tanta acqua che non c’è una parte del tuo corpo che non sia completamente fradicia! Il tempo in Patagonia è variabile, ma il vento è una costante: debole o forte che sia, non offre scampo!
Un albero piegato nel tempo dall’instancabile vento della Patagonia!
E poi la natura: incontrastata, rigida, estrema! Dalla pampa desolata vedi ergersi picchi acuti innevati come chiodi piantati su assi. I guanacos si guardano attorno placidi, e lo scorrere del tempo sembra non perturbare il loro lento e perpetuo masticare. Anche i pinguini non sono perturbati dal clima: la loro buffa marcia d’amore, prima per ritrovare la compagna, poi per sfamare i cuccioli, non viene contrastata da alcunché…E poi capita di incontrare i delfini bianchi e neri tipici dello stretto di Magellano, i leoni e gli elefanti marini, i condor, le balene, le orche (io non le ho incontrate, ma pare che succeda di frequente!), i puma… La natura è singolare, estrema come il clima, popolata di animali solitari come la pampa o capaci d’amare come un libro di Chatwin…
Leone marino nella Penisola Valdes.
Uno dei famosissimi pinguini Magellano di Punta Tombo – Penisola Valdes.
Ed ecco a voi un raro delfino di Magellano, anche detto cefalorinco di Commerson, che ci ha inseguiti insieme ai suoi compagni durante il nostro attraversamento sullo stretto.
Un gruppo di guanacos bruca indisturbato l’erba ai piedi delle Torri del Paine, Cile.
Un viaggio in Patagonia e Terra del Fuoco non può prescindere dall’aver letto almeno qualcuno dei famosi scrittori che ne hanno parlato…se non altro perché in Patagonia non si trova quasi nessuno e la sua storia e cultura la si può comprendere ormai solo dai libri. In Patagonia ti senti “spettatore dell’estremità”, ma raramente puoi immergerti nella loro vita, perché una loro vita ormai non esiste più: estinti i leggendari “patagoni” che resistevano al freddo con la nuda pelle, le poche persone argentine che vi abitano sono lì da non più di 3 generazioni e si sono portati dietro il retroterra culturale del loro luogo d’origine…
Una terra aspra dunque, arida, estrema, dominata dalla natura e dal clima che, più che una cornice, diventa il soggetto principale di tutta la zona.
Lo splendido murales che racconta la storia della Patagonia nella stazione di partenza dei traghetti per l’attraversamento dello stretto di Magellano.
Il cimitero della Estancia Harberton, che mostra le croci degli ultimi nativi patagoni della Terra del Fuoco prima della loro estinzione circa 50 anni fa.
Il manifesto della ricompensa su Butch Cassidy: un’altra leggenda che è passata di qua.
In Patagonia puoi farti il bagno alla Penisola Valdes, ammirando i pinguini, gli elefanti marini, le balene e tante altre specie che si possono vedere solo qua…
Puoi scendere fino a Ushuaia, la Fin del Mundo, e navigare fino al faro che segna la fine della terra e l’inizio dei ghiacci, per poi sorseggiare un buon mate nella estancia più antica della regione o visitare uno dei carceri, vecchio e leggendario, tra più temuti della storia.
Il famosissimo faro della Fin del Mundo a Ushuaia.
La Estancia Harberton, la più antica della Terra del Fuoco.
Il temutissimo e leggendario carcere di Ushuaia.
Vista di Ushuaia, la città più a sud della Patagonia argentina.
In Patagonia puoi decidere di camminare, e di cammini da fare ce ne sono tanti! In Cile le Torri del Paine offrono panorami immensi di valli e vette improvvise che si ergono dalla pianura. In Argentina a El Chalten si trova il paradiso dei trekker che ogni mattina partono per nuovi sentieri fino al Cierro Torre, al Fitz Roy, a tante lagune ghiacciate…
I paesaggi durante i trekking per il Fitz Roy.
I paesaggi durante i trekking per il Fitz Roy.
Il trekking per il Cierro Torres.
Il ghiaccio del Cierro Torres si scioglie nella Laguna Torres. Trekking faticoso ma appagante!
E poi arriva il Perito Moreno: maestoso e imponente ghiacciaio che si erge dall’acqua tra innumerevoli sfumature di azzurro e bianco. È facile sorprendersi di fronte a tanta bellezza: i colori si mescolano creando sfumature dolci e aspre allo stesso tempo. La ramponata sul ghiacciaio è un’esperienza che ti fa attraversare cunicoli azzurri, laghetti celesti, picchi bianchi fino a lasciarti senza fiato! Puoi restare per ore sulle passerelle in attesa di un blocco di ghiaccio che si stacchi, ma inesorabilmente, tutto resta immobile fino al momento in cui distogli lo sguardo, e allora il fragore dello schianto sul lago ti riporta ancora lì: con gli occhi rivolti a questo mastodonte naturale e silente…
Il Perito Moreno e le mille sfumature di ghiaccio.
E infine giungi a Buenos Aires: città cosmopolita, la Parigi del Sudamerica dicono! Buenos Aires è colorata, è attiva, danza al ritmo di un tango scaraventandoti addosso la sua storia di colpe e tragedie. Buenos Aires è una città che non si può visitare in due giorni: entro in una milonga, ballo un tango con uno sconosciuto e poi penso: “tornerò”…ma già l’aereo si appresta a partire e riportarmi a casa…
Buenos Aires e la gigantografia di Evita Peron che si staglia su uno dei suoi palazzi.
Murales del quartiere de La Boca.
Architetture antiche e moderne che si fondono insieme a Buenos Aires.
La meravigliosa libreria-teatro.
Se volete partire per un viaggio in Patagonia, ecco 4 riflessioni che potrebbero aiutarvi:
– Il Km patagone sulle mappe equivale a circa 1,5Km italiani: non fatevi mai ingannare, soprattutto se dovete affrontare un trekking (segnato sulla carta di “soli 18Km”!)!!!
– In Patagonia non esistono (o quasi) i patagoni…però si trovano ovunque prodotti “tipici” patagoni…Chi li fa???
– Gli argentini mangiano tali quantità di carne da far venire il voltastomaco anche ad una bisteccara fiorentina come me…però non muoiono di gotta: questo resta a tutt’oggi il più grande dei misteri argentini!
– “Patagonia no es Patagonia sin viento” dicono tutti…Ma quale vento??? Dovrebbero coniare una parola apposita! Il “vento” patagonico è una sequela di ceffoni random ghiacci marmati che ti fanno piroettare come Carolina Kostner alle olimpiadi…Con la differenza che lei atterra in piedi e noi poveri mortali crolliamo come birilli!
Insomma: la Patagonia è bella…anzi di più! Siate però atleticamente preparati!!!
Accidempoli!!
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