Delle alluvioni, del 4 Novembre e dell’Amore!

Il 4 Novembre del 1333 e ancora il 4 Novembre del 1966 l’Arno straripò a Firenze. In entrambe le alluvioni i danni furono immani…

Ponte alle Grazie sommerso dall’acqua nel 1966 (foto dal web).

Con l’alluvione del 1333 andò distrutto il già allora “Ponte Vecchio” che fu poi ricostruito due anni dopo così come lo vedete oggi (con qualche aggiunta successiva come il corridoio vasariano!). Andò inoltre distrutta la statua di Marte, che per ogni fiorentino di allora era la responsabile di tanta fortuna e opulenza: infatti, 15 anni dopo arrivò in città la grande peste del 1348 (quella cantata da Boccaccio per intenderci), le vie commerciali cambiarono chiudendo a Firenze le opportunità di guadagno che l’avevano fino ad allora resa così ricca e Fiorenza tornò ad essere una città di modeste dimensioni.

Ponte Vecchio travolto dalla furia delle acque del fiume Arno: questa volta riuscì a resistere, cosa che invece non fece nel 1333, quando andò distrutto (foto dal web).

Con l’alluvione del 1966 ci furono meno morti ma i danni al patrimonio artistico furono molto più rilevanti (nel frattempo erano trascorsi più di 600 anni di storia dell’arte, incluso il Rinascimento per cui questa città è tanto famosa). Il crocifisso del Cimabue fu per sempre sfigurato, le formelle della porta del Paradiso rovinate (solo dopo lunghi e complicati restauri siamo riusciti a recuperarle!), migliaia di libri antichi della biblioteca nazionale andati perduti…

Il Cristo di Cimabue (1272 circa) appena recuperato dal fango nella chiesa di Santa Croce (foto dal web).

Io (ovviamente!) non ho assistito a nessuna delle due alluvioni.

So però che nel 1966 due “angeli del fango” (così vennero chiamati i volontari che accorsero da tutte le parti del mondo per aiutare la popolazione e recuperare l’immenso patrimonio storico – artistico di questa città), si incontrarono per la prima volta e si innamorarono. Due anni esatti dopo si sposarono e in seguito diventarono mia madre e mio padre.

Il Battistero e tutta la zona detta “Il Paradiso” invasa dalle acque (foto dal web)

E’ proprio vero che dal fango nasce l’amore! Ed ogni fiorentino, per quanto critico ed astioso, ha in sé un amore innato per Fiorenza: l’assistenza, l’aiuto nel momento di difficoltà, è una delle caratteristiche distintive e storiche di questa città, dalla Misericordia (prima associazione di mutua assistenza al mondo nata qui), all’abolizione della pena di morte (primi al mondo), all’Ospedale degli Innocenti (primo istituto di soccorso per gli orfani)…fino ad arrivare agli “angeli del fango”, accorsi da tutto il mondo per salvare un patrimonio inestimabile in seguito all’alluvione del 1966…

Fiorentini il pomeriggio del 4 Novembre 1966 ad osservare la devastazione dell’Arno dal Piazzale Michelangelo. (foto dal web)

E forse è anche grazie a queste mie origini “alluvionate” che dentro di me conservo questo immenso amore per Firenze: un amore nato dal fango e dalla disperazione, cresciuto con la solidarietà e la voglia di migliorare il mondo e continuato per 49 anni (ad oggi)!
Stamani il sole splende sulla mia città; porterò un bacio ai miei genitori: eroi del fango ed esempio vivente di come anche dalle cose più tragiche può nascere qualcosa di buono come l’amore!

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Comments
  • Lio
    Rispondi

    Bello e commovente…
    Brava!!! 🙂

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La chiesa di San Frediano in Cestello nell'Oltrarno vista dal Diquaddarno.